“La posizione complessa del progetto di Studio Gang, inserito all’interno di una trafficata intersezione stradale di un quartiere commerciale vicino al Lago Michigan e poco distante da una importante stazione ferroviaria, ha fatto sì che il City Hyde Park si rivelasse un complesso edilizio particolarmente importante per l’evoluzione urbana del quartiere, diventando un frequentato hub pedonale di riferimento.
Con i suoi 46.000 metri quadrati di spazi a destinazione mista, il complesso è un nuovo centro per le attività di shopping, ricreazione e per la residenza. City Hyde Park occupa un intero isolato ed è stato costruito in sostituzione di un parcheggio dismesso e di un supermercato: proprio grazie a questa «rinascita» si è organizzata la distribuzione degli spazi e delle funzioni del complesso. Al piano terra si sviluppa la passeggiata commerciale, dove hanno accesso e affaccio non soltanto i negozi ma anche i molteplici atri che collegano i piani superiori. Qui, il pedone è il centro assoluto dello spazio e in funzione di esso si sviluppano tutti i servizi, le forme, le dimensioni e le funzioni. Al di sopra di questo livello si articolano le varie residenze, organizzate secondo un principio misto tra l’edificio in linea e la torre residenziale, con annessi servizi comuni e di comfort: questo include anche il primo livello «trasparente» che funge da filtro tra lo spazio pubblico e gli spazi privati, e ospita giardini esterni e aree fitness. Il design scelto da Studio Gang enfatizza la struttura, dando vita a un gioco di pannelli in calcestruzzo precompresso che forma colonne, balconi, rientranze, elementi ombreggianti e semplici sbalzi decorativi: nel suo insieme tale movimentazione alleggerisce l’impatto dell’edificio e la sua imponenza, giocando con prospettive e viste che rendono meno netti i confini tra il volume e il cielo, o tra l’orizzonte e la struttura stessa.
Queste facciate così movimentate da rientranze e aggetti di balconi e terrazze vogliono in un certo qual modo riportare la convivialità tra vicini e favorire nuove relazioni sociali. Benché nessun appartamento affacci direttamente su altri, con una efficiente garanzia di privacy e comfort delle dimore in gran parte vetrate, alcuni balconi si relazionano e si avvicinano molto ad altri, facendo sì che i vicini possano salutarsi ed entrare in relazione.”
Jeanne Gang and Greg Lindsay offer a new model for housing in this Op-Ed for the New York Times.